RETTOCELE
DEFINIZIONE, SINTOMI, DIAGNOSI
Il rettocele è un'erniazione della parete anteriore del retto in vagina da probabile cedimento dell'impalcatura muscolare (muscoli elevatori dell'ano) del pavimento pelvico e del setto retto-vaginale. Si trova spesso associato ad un prolasso della vescica e dell’utero (prolasso urogenitale).
Come cause più frequenti della sua formazione vengono indicate le gravidanze multiple con parti difficili, l’obesità o più in generale una generale lassità dei tessuti di sostegno pelvici.
Spesso il rettocele viene scoperto durante una visita coloproctologica o ginecologica in pazienti completamente asintomatiche. A volte provoca disturbi quali sensazione di tumefazione in vagina, e stipsi rettale cioè difficoltà nello svuotamento del retto con necessità di spinte eccessive, aiuto manuale e senso di incompleta evacuazione.
La diagnosi deve essere fatta da uno specialista coloproctologo e si avvale oltre che della visita con accurata raccolta della storia della paziente (anamnesi) anche di alcuni esami (rx defecografia, defeco-RM) che ne confermino la presenza e ne definiscano il volume, l’altezza ed i rapporti con gli altri organi pelvici ed altri (manometria anorettale, ecografia transanale, colonscopia, tempo di transito intestinale conn markers) che escludano altre patologie colorettoanali. vedi immagine ()
TRATTAMENTO MEDICO-CHIRURGICO
Il trattamento del rettocele deve essere prima di tutto conservativo con una dieta ricca di scorie ed un adeguato apporto idrico, eventualmente integrati con l’uso di blandi lassativi di massa o vegetali. Questo approccio , abbinato ad una vita meno sedentaria, può far migliorare la sintomatologia in modo notevole, evitando la necessità di trattamenti invasivi.
Cicli di riabilitazione del pavimento pelvico (biofeedback, kinesiterapia, massaggi perineali) possono dare dei buoni risultati se effettuati in centri di provata esperienza.
Il trattamento chirurgico va preso in considerazione solo nei casi in cui le terapie conservative siano fallite e la sintomatologia riferita condizioni in modo importante la vita relazionale e di lavoro della paziente.
Numerose sono le tecniche chirurgiche a disposizione e lo specialista deve saperle adattare al singolo caso per ottenere i migliori risultati anatomici ma soprattutto funzionali. Il volume del rettocele, la situazione sfinterica, l’età della paziente sono alcuni dei fattori che fanno propendere per un tipo di intervento rispetto ad un altro. La frequente contemporanea presenza di altri disturbi del pavimento pelvico necessita di un approccio multidisciplinare ( proctologico, urologico, ginecologico).
Gli interventi più frequenti per la correzione del rettocele sono la colpoperineorrafia posteriore, preferita dai ginecologi, ed i trattamenti per via transanale (interventi secondo Sarles, Block, Delorme interna, STARR, TRANSTARR). Tutti questi devono essere eseguiti da coloproctologi di esperienza per poter ottenere i risultati funzionali desiderati ed evitare le possibili complicanze.
Dopo molti anni di trattamento chirurgico del rettocele ho riscontrato che l’intervento più sicuro e che porta a risultati funzionali buoni in una alta percentuale di pazienti è l’intervento di Delorme interna ( ERPP). I numerosi casi di complicanze anche gravi che sono giunte alla mia osservazione dopo interventi di STARR e TRANSTARR mi obbligano a sconsigliare questo intervento, in particolare se eseguito da colleghi non particolarmente esperti.