INCONTINENZA FECALE
CAUSE, SINTOMI E CLASSIFICAZIONE
Si definisce incontinenza fecale l’impossibilità a trattenere i gas e le feci e ad avere una evacuazione nei tempi e modi desiderati.
E’ un sintomo invalidante che riconosce molte cause con un’invalidità fisica e psicologica il cui risultato è il progressivo isolamento dalla vita sociale e relazionale del paziente che ne è affetto.
La causa più frequente di incontinenza fecale è la lesione dell’apparato sfinterico da cause iatrogene (chirurgia colonproctologica, chirurgia della regione perineale, interventi ostetrici e ginecologici) e traumatiche (fratture del bacino, lesioni da impalamento, ferite da arma da fuoco, violenza sessuale). Anche il travaglio prolungato ed un parto con feto di peso elevato possono produrre un danno di tipo neuromuscolare con conseguente, a volte tardiva, incontinenza fecale.
Altre cause di incontinenza fecale sono i prolassi rettali, le malattie infiammatorie dell’intestino, la diarrea, e molte malattie nervose e metaboliche. La patologia è più frequente nell’anziano per l’ipotrofia progressiva dell’apparato sfinterico e per la più frequente presenza di malattie quali il diabete e vari gradi di demenza senile.
La diagnosi va fatta da uno specialista sia con una visita coloproctologica accurata che valutando i risultati degli esami funzionali atti a quantificare il problema (ecografia transanale, manometria anorettale, tempo di latenza del nervo pudendo, rx defecografia).
L’incontinenza fecale può essere quantificata seguendo diverse classificazioni atte a definirne la gravità e a indicarne il trattamento più adatto. In realtà per la valutazione della sua influenza negativa sulla vita lavorativa e sociale dei pazienti che ne sono affetti secondo me risulta più utile l’uso dei cosiddetti questionari di qualità di vita. Essi permettono di capire la reale entità del problema poiché ne indicano sia la gravità medica sia l’influenza sul quotidiano del paziente che ne è affetto.
TERAPIA MEDICA E RIABILITATIVA
Il trattamento va impostato a seconda della gravità del disturbo, della sua influenza sulla vita del paziente e valutando la causa del disturbo stesso. Un aggiustamento della dieta e l’uso di farmaci stiptizzanti sono la base per il trattamento di un’incontinenza fecale neurologica o da diarrea mentre l’uso di clisteri evacuativi cadenzati nella giornata, mantenendo il retto sempre vuoto, può essere utile in casi selezionati.
Cicli di riabilitazione degli sfinteri anali hanno dimostrato dei buoni risultati se effettuati in centri specialistici dove sia possibile una modulazione del trattamento a seconda del tipo di incontinenza e della sua gravità (Biofeedback, elettrostimolazione, fisiochinesiterapia).
TERAPIA CHIRURGICA
Il trattamento va impostato a seconda della gravità del disturbo, della sua influenza sulla vita del paziente e dopo accurata valutazione clinico-strumentale. Abbiamo a disposizione una batteria di interventi che devono essere proposti solo dopo il fallimento della terapia conservativa e riabilitativa e che per poter ottenere i migliori risultati vanno decisi ed eseguiti da uno specialista coloproctologo.
Come primo trattamento chirurgico da qualche anno viene proposta la neuromodulazione sacrale, una metodica poco invasiva che con un meccanismo non ancora completamente noto permette di ottenere in casi selezionati ottimi risultati funzionali.
In casi particolari può essere presa in considerazione l’iniezione locale di materiali biocompatibili (bulking agents) che permettono di riempire la zona mancante di sfintere anale. vedi immagine ()
Interventi di riparazione delle lesioni sfinteriche (sfinteroplastica) ( vedi immagine ()) , sostituzione dello sfintere con altri muscoli (graciloplastica, gluteoplastica) o con sfintere artificiale sono interventi altamente specialistici e che pertanto vanno proposti ed eseguiti solo da esperti del settore. Nei casi più gravi e quando sono falliti tutti gli altri trattamenti può essere preso in considerazione il confezionamento di un ano artificiale.